Scenari (im)perfetti: tu e la tua storia in viaggio verso l’autenticità

Siamo perennemente alla ricerca di scenari perfetti per raccontarci. Solo con il tempo scopriamo che la perfezione probabilmente non esiste e non fa parte della narrazione di una storia di successo. Esiste, semmai, la percezione che le persone hanno di noi come persone, e poi, come professionisti. Attraverso le nostre opinioni e il modo in cui ci esprimiamo possiamo fare la differenza. Dire la nostra e scrivere con uno stile personale, però, non basta. Per farsi scegliere i testi hanno bisogno di essere curati sia dal punto di vista della forma, sia della sostanza. In ogni caso, senza un piano strategico si rischia di vanificare ogni sforzo. Mi capita spesso di leggere post in rete, un po’ per deformazione professionale e un po’ perché leggere gli altri mi incuriosisce. Di solito mi trovo di fronte a un bivio: da una parte leggo contenuti belli ma senz’anima e dall’altra […] “mille violini suonati dal vento” […], intendo dire testi in cui ci si auto-pavoneggia. Partiamo da un presupposto: cercare di attirare l’attenzione del lettore, indistintamente, in modo palese e scontato non è una buona idea. Se ci aggiungiamo un professionista infallibile diventa una noia mortale. L’ago della bilancia di una strategia di comunicazione ben architettata è la personalità del professionista affiancata da un piano di valori affine alla nicchia di mercato a cui si rivolge. Prima di essere un’identità verbale convincente ce ne passa…  e non tutti i professionisti sono disposti a solcare un terreno che, quantomeno sulla carta, sembra non appartenergli. Il nocciolo della questione sta in quel non tutti. Per emergere bisogna proprio cimentarsi in ciò che gli altri competitor non fanno: raccontarsi con autenticità.

Scenari

Qualche consiglio pratico per stabilire alcune priorità

Primo consiglio: usa farina del tuo sacco

Scegli di scrivere con parole tue, che usi nel parlato. Usa termini e argomenti di cui hai piena padronanza linguistica.

Secondo consiglio: prima di mettere nero su bianco i tuoi contenuti poniti determinate domande.

1 ) Vuoi raccontare?

2 ) Vuoi informare?

3 ) A chi ti rivolgi?

4 ) Qual è il tuo scopo? Creare empatia, essere utile, ispirare, suscitare emozioni?

Terzo consiglio: fai decantare le bozze che hai deciso di scartare.

Potrebbe esserci del materiale interessante da ripescare a tempo debito.

Quarto consiglio: leggi e rileggi i tuoi contenuti prima di pubblicarli.

Evita di pubblicarli lo stesso giorno in cui li hai scritti.

I testi hanno bisogno di uscire dalla tempesta di idee prima di diventare scorrevoli e piacevoli da leggere

Stiamo parlando di scrittura di business. I motivi per fare un buon lavoro sono tanti: posizionamento della proposta, visibilità, interesse, riconoscibilità, affidabilità, autorevolezza e coinvolgimento. I contenuti devono brillare da tutti questi punti di vista e, ciliegina sulla torta, devono essere lo specchio delle tue emozioni e dei tuoi valori.

 

Scenari

 

Dopo averti dato qualche consiglio generale su come gestire i tuoi testi e su quali temi affrontare per attirare l’attenzione del lettore, voglio metterti in guardia su alcuni errori e sulle relative bucce di banana su cui capita di scivolare…

Scenari imperfettiFai tesoro delle bozze in cui ti sembra di scoprirti troppo

Nei nostri passi silenziosi, quelli che pensiamo sia meglio tenere nascosti, abitano le nostre personalissime riflessioni. Dietro il sipario perdiamo il senso dell’orientamento, precipitiamo nei “se” e nel “CANC” troppo facilmente. In questi preziosi istanti la fretta può giocare brutti scherzi. Ci facciamo prendere dal dubbio se cancellare o meno alcuni passaggi delle nostre bozze in cui ci riconosciamo privi di meccanismi di difesa.

In questi passaggi mai pubblicati ci sentiamo al sicuro perché nessuno può leggere come la pensiamo veramente. Per questa ragione si crea una situazione conflittuale che ci porta a relegare il nostro lato inedito in chissà quali cartelle sommerse. Probabilmente, in quei pensieri buttati giù quasi mai per caso, ci sono i punti cardinali di un racconto imperfetto ma coerente e credibile con quello che sei. È grazie a quei pezzetti di verità lasciate in sospeso, o peggio, cancellate per paura di non essere all’altezza o di essere giudicati dal lettore, che tracciamo la nostra Vera Rotta e iniziamo a scrivere il copione di uno scenario destinato alla narrazione affascinante, autentica e ricca di colpi di scena.

Le nostre insicurezze vanno preservate e custodite come un tesoro in fondo al mare

L’insicurezza è una spinta necessaria. Ci aiuta a crescere e a capire i punti deboli su cui possiamo fare leva e migliorare. Tenere in considerazione le bozze dei testi è il minimo che possiamo fare per rendere interessante la nostra storia, prima personale e poi professionale.

Mettere nero su bianco il nostro lato inedito ci fa percepire come funamboli che camminano in equilibrio precario sulla vita. Non c’è niente di più vero della precarietà nel contesto lavorativo di un libero professionista che lotta contro il tempo e paga il prezzo di un aggettivo, libero, che in fondo non ha molto a che vedere con la libertà. Arrivare in fondo raccontando mille e più tentativi in cui avremmo voluto tornare indietro è il segreto di una realtà professionale dal forte impatto emozionale, in cui il pubblico può riconoscersi.

Buona scrittura e… se ti serve un consiglio, scrivimi!

Ciao, grazie per aver letto questo post.

Sono Marina, curo l’identità verbale dei liberi professionisti.

Scrivo testi per te e con te.

Insieme tracciamo la vera rotta della tua strategia di comunicazione, per imparare a riconoscere la tua straordirarietà e a raccontarti con successo nell’oceano digitale.

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