Identità, una parola che sento (fortemente) mia ~ Rivelazioni

IdentitàIdentità, una parola che conosco molto bene, che ha fatto e che farà parte della mia esistenza, del mio momentum vitae.

So che cosa significa sentirsi fuori posto, non riconoscersi nell’ambiente in cui vivi e nelle persone che ti circondano. Avete presente il Brutto Anatroccolo di Andersen, che a un certo punto si allontana da tutto e da tutti perché ha una crisi di identità? Mi sono sempre sentita un po’ come lui, diversa e incompresa, in crisi e con le piume grigie. Nonostante un’infanzia (a dir poco) complicata, la fantasia non mi è mai mancata. La capacità di sognare in grande viaggiava di pari passo con lo stupore dei piccoli risultati ottenuti e con l’urgenza di scoprirmi realizzata altrove.

Volevo superare quelle montagne, che ho sempre visto come un filo spinato invalicabile, con tutte le mie forze. Desideravo come pochi pennuti al mondo di volare con le mie ali e trasformarmi in un bel cigno che spicca il volo lasciando tutti a bocca aperta. Il cielo sopra di me però è sempre stato pesante e le mie ali mai abbastanza robuste per quel desiderio così ingombrante. Sperare nella favola era l’unica alternativa che mi rimaneva per riuscire a superare i gelidi inverni del nord, dove la neve faceva finta di coprire tutto quanto.

Vedere la mia nuova immagine riflessa in uno specchio d’acqua per dimenticare dove ero nata e cresciuta, mio malgrado, era diventata un’esigenza. Quei luoghi non li sentivo miei, non mi appartenevano, perché non era da lì che venivo. Le mie origini sono, non dico sempre, ma quasi sempre, state un problema non indifferente. A partire dall’appello a scuola… Da dove vieni tu, con quel cognome? E ogni santa volta dovevo raccontare la mia storia e quel viaggio che non era mai dipeso dalla mia volontà. Io sarei rimasta, ripetevo in continuazione. Non si poteva, mi sono sempre sentita rispondere.

Quanti muri invalicabili “solo” perché c’erano di mezzo e il mare e una terra considerata al pari dell’invisibile e invece era la mia risposta. Troppe spiegazioni, spesso inutili, che incontravano troppe “orecchie da mercante”. Essere isolani è una questione complicata, perché con il tempo ti accorgi che quella n in un nanosecondo diventa una T maiuscola. Volente o nolente è così. Essere isolani vuol dire fare il triplo della fatica per arrivare non sai neanche bene dove e quando. Crescere con l’impronta dell’isola nel DNA mi aiutava a coltivare l’orgoglio smisurato di non abbassarmi al pregiudizio di un contesto difficile, dove perdere la bussola è un attimo.

Pur conservando tutti i buoni principi di questo mondo la sofferenza ti rimane incollata alle dita e al respiro, ma serve. Senza non sarebbero affiorate le motivazioni potenti che hanno spinta a credere nel futuro. Per questo a un certo punto ho voluto dimostrare che si può rinascere anche attraverso le parole, perché se fossi rimasta a guardare, non ci sarebbe stato nient’altro da aggiungere e da condividere. Non può e non deve essere così. Ognuno di noi ha un mare da attraversare, cose e persone nuove da trovare che per fortuna ti fanno vedere e imparare altro, che la parola fine può diventare il preludio di un Nuovo Inizio.

Dentro le valigie che ho disfatto una volta per tutte c’era un senso di inadeguatezza che credevo prevalesse sulla voglia di riscatto. Non è stato così. La realtà è molto cambiata non senza fatica. La mia esperienza e il mio remare mi hanno permesso di entrare nel cuore delle mete e di comprenderne i traguardi fino a cercare di renderli raggiungibili, plausibili e raccontabili. Per questo ho scelto di lavorare con le parole e con i professionisti che non credono abbastanza nel filo invisibile del loro Nuovo Inizio. Per me la scrittura di business non è la scrittura del secondo fine, ma del primo magico intento: custodire storie di identità autentiche, di luoghi e di perché importanti che si celano dietro favole e arcani a cui ispirarsi. Appassionarmi e immergermi nei loro segreti è la mia missione. Farò del mio meglio affinché si realizzino come favole dalla morale indimenticabile.

Ciao, grazie per aver letto questo post.

Sono Marina, curo l’identità verbale dei liberi professionisti e scrivo testi per siti web.

Insieme tracciamo la vera rotta della tua strategia di comunicazione, per imparare a riconoscere la tua verità espressiva e a raccontarti con successo nell’oceano digitale.

 

Per saperne di più: Chi sono →

Puoi anche iscriverti alla newsletter L’alchimia delle parole→

Articoli consigliati